New Orleans, il quartiere francese, il jazz e il "mardi gras": una città dalle innumerevoli sfaccettature che mi ha sempre affascinata, e che mi piacerebbe visitare. Sono attirata soprattutto dai tipici cottage creoli, quelle casette di legno con le persiane e le verande appoggiate su pali dai fantasiosi decori e dall'aspetto autenticamente shabby chic.
Purtroppo l'uragano Katrina ha lasciato il segno, e molti di questi cottage sono perduti per sempre: quello che vi presento oggi è stato interamente ricostruito dai proprietari, che avevano perso tutto nell'inondazione che ha seguito l'uragano.
La proprietaria, Karina Gentinetta, un avvocato figlia di immigrati argentini, cresciuta nelle ristrettezze economiche, non si è persa d'animo, nemmeno quando un agente immobiliare l'ha truffata sottraendole gli ultimi risparmi rimasti.
Insieme al marito, hanno ricostruito la casa utilizzando legno e pezzi di recupero, come le mensole della veranda vecchie di 150 anni; l'hanno poi arredata con mobili usati acquistati nei mercatini e recuperando i pochi oggetti salvati dal disastro, come lo scrittoio che Karina ha ridipinto in grigio, e altri pezzi che ha patinato con le sue mani.
Il risultato lo potete ammirare nelle immagini scattate da Laurey W. Glenn per il magazine Southern Living: un cottage di soli tre anni che sembra molto più antico, e un mix di arredi eterogenei tra sedie francesi, specchi veneziani, lampadari in cristallo e tappeti orientali strappati, perfettamente integrati in un ambiente armonioso.
Karina racconta che, durante i tre anni in cui è stata ospite di parenti mentre ricostruiva la sua casa, ogni notte immaginava dove avrebbe collocato ogni pezzo, così che quando finalmente ha traslocato nel suo nuovo cottage, arredarlo è stato un gioco.
Karina infine ha lasciato il suo lavoro di avvocato per inseguire il suo sogno di aprire un negozio di arte e antiquariato, in cui vende pezzi antichi, usati e di design vintage: Disegno Karina Gentinetta che, visto il successo, ora ha un punto vendita anche a New York.
"Tutti i pezzi sembrano avere una storia" spiega Karina. "Ognuno di noi ha delle ferite, quindi perché non dovremmo amare qualcosa che mostra i suoi guasti, i suoi anni? Non vuol dire che non sia bello".
E aggiunge, "un tempo ero una perfezionista, e l'uragano Katrina mi ha insegnato a dire: ok, non è perfetto, ma va benissimo".
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